LA QUINOA NEL CAMPO DA MILLENNI
Originaria degli altipiani andini, la quinoa viene spesso frettolosamente classificata come cereale. Fa parte delle chenopodiacee, una famiglia che comprende numerose specie, come gli spinaci e la barbabietola, ed è una pianta molto resistente. Quella che viene coltivata è scientificamente chiamata Chenopodium quinua, si presenta in diverse varietà e con diversi nomi ed è chiamata nelle lingue native sudamericane: kiuna, quinua, parca in Quechua; suba, pasca in Aymara; dahua in Araucano. La quinoa è un importante testimone di biodiversità: cresce spontaneamente ed ha una grande capacità di adattamento che le ha permesso di acclimatarsi nei diversi terreni e nelle diverse temperature lungo tutta la Cordigliera andina. L’adattamento della quinoa a climi secchi, freddi e di alta montagna con un’intensa radiazione solare e forti escursioni termiche, contribuisce a renderne la coltivazione di considerabile valore, sia da un punto di vista alimentare, per gli abitanti di queste zone inospitali, sia da un punto di vista ecologico. Viene coltivata, infatti, da oltre 5000 anni sugli altipiani pietrosi delle Ande a 4000 metri sul livello del mare ed è cibo essenziale per le popolazioni andine. In questo difficile contesto, dal punto di vista ambientale, le popolazioni che vi abitano da millenni hanno avuto la necessità di selezionare le specie adatte all’ambiente e al bilanciamento della dieta alimentare. La quinoa presenta differenti ecotipi che permettono un ampio margine di adattamento alle diverse altitudini.
I piccoli fiori sono impollinati dal vento, e quando è adulta, questa pianta, alta dai 150 ai 200 cm, si presenta ricoperta di spighe piene di semi colorati di rosso vivo, arancione o giallo fino al bianco o al nero. Il pericarpo (lo strato esterno) di questi semi è ricco di saponine che, essendo di gusto molto amaro, li protegge da uccelli e insetti. Le foglie sono a margine intero e assomigliano a quelle dello spinacio, del quale la quinoa è parente.
L’ONU ha dichiarato il 2013 Anno internazionale della quinoa, con gli obiettivi di riconoscere il suo grande valore (nutritivo) nella lotta contro la fame, la denutrizione e di farla conoscere. In questo risultato un contributo è stato dato anche al Commercio Equo e Solidale che negli anni ha sottolineato il suo valore per migliaia di piccoli contadini, che ancora oggi sono i principali coltivatori di questa pianta.
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