All’interno della Casa Circondariale, la cooperativa L'Arcolaio gestisce il laboratorio di produzione dolciaria che punta a valorizzare alcune
eccellenze del territorio della Sicilia sud-orientale. Qui
si tostano e confezionano le mandorle e si realizzano prodotti tipici della pasticceria siciliana, come le deliziose paste di mandorla dal cuore morbido, ai gusti caffè, limone e carruba. Grande cura viene posta nella
scelta delle materie prime utilizzate che devono non solo essere
biologiche, ma anche rispondere a criteri di genuinità ed eticità. Nel corso dell’anno, nel laboratorio lavorano circa 20 detenuti, regolarmente assunti e retribuiti secondo il contratto nazionale di lavoro delle cooperative sociali.
I detenuti aderiscono a una proposta lavorativa impegnativa, che esige la massima attenzione alle rigorose procedure richieste nella produzione di alimenti, e acquisiscono una professionalità.
Imparare l’arte della pasticceria e ritrovare la piena dignità di lavoratori sono una dolce via verso il riscatto sociale.
Il profumo che valorizza il territorio
Timo capocchiuto, salvia fruticosa, rosmarino, origano heracleoticum: sono le erbe aromatiche biologiche, ideali per arricchire i piatti con
l’intenso profumo del Mediterraneo più autentico.
Le erbe aromatiche crescono spontaneamente sui terreni rocciosi e soleggiati dei Monti Iblei, vengono raccolte manualmente in simbiosi con la natura e lavorate, essiccate e confezionate con cura da giovani e donne immigrati o altri lavoratori svantaggiati. Il
progetto Frutti degli Iblei valorizza la diversità naturale e culturale del territorio. Ha recuperato ad oggi oltre 10 ettari di campagna da decenni di abbandono e improduttività. Contemporaneamente ha
creato occupazione per migranti e rifugiati, donne vittime di violenza, persone con esperienza di carcere, in un contesto territoriale, storico e politico particolarmente difficile, creando un clima lavorativo accogliente e aperto alla contaminazione. Gli aromi di Sicilia della cooperativa L’Arcolaio sono la dimostrazione che
l’agricoltura biologica e sociale crea prospettive reali per persone svantaggiate e uno sviluppo economico sostenibile e solidale.
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