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L’Arganeraie è una foresta di venti milioni di alberi di argan, un’estensione di circa 800 mila ettari tra Safi e Goulimin nel sud ovest del Marocco, dichiarata Riserva della biosfera dall’Unesco. Importantissima dal punto di vista biologico, poiché le radici dell’argan proteggono il suolo dall’erosione e rallentano la desertificazione, è fondamentale per la sopravvivenza delle donne berbere, che ne conoscono tutti i segreti erboristici e utilizzano ogni parte della pianta. Le attività economiche connesse all’argan danno infatti lavoro a oltre 3 milioni di persone, arginando l’esodo rurale e valorizzando antiche tradizioni.
Targanine è un Gie (Groupement d’interet economique), un gruppo unito da un interesse economico formato da più di 500 donne, divise in 6 cooperative di villaggio. L’argan per loro significa emancipazione, dignità, indipendenza. Come racconta Khadija Boumad, all’inizio c’è voluto parecchio tempo per convincere le donne a uscire di casa e venire a lavorare in cooperativa con altre donne. Erano solo in 15, ma la loro vita è cambiata quando hanno capito l’importanza di avere un reddito proprio. Potevano mandare a scuola i figli, non dipendevano più dai mariti e potevano andare al suk, al mercato, e comprare un pezzo di stoffa, cibo, e perché no, un montone, una capra, un pollo. L’ambiente sociale è tradizionalista e fino a pochi anni fa era impensabile che una donna potesse andare da sola a fare la spesa. La loro autostima è aumentata e l’attività commerciale delle donne genera la creazione di nuovo lavoro nel villaggio, garantendo a tutti una vita migliore.
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