PARC

Cous cous, datteri medjoul, mandorle, olio di oliva

Paese:

Fondazione:

Prodotto:

Palestina

1983

cous cous, datteri medjoul, mandorle, olio di oliva

Persone coinvolte:

circa 2700 agricoltori

Valore protetto/impegno:

sviluppo delle comunità rurali, tutela dell’ambiente

Segni particolari:

Nei territori palestinesi occupati da Israele, PARC e il suo braccio commerciale Al Reef promuovono la cultura della convivenza nel rispetto, lo sviluppo rurale e l’emancipazione femminile attraverso formazione e lavoro.

Come nasce

L’Ong PARC (Palestinian Agricultural Relief Committee) nacque nei primi anni Ottanta in un contesto di forte instabilità politica ed economica grazie all’iniziativa di un gruppo di agronomi, tecnici agricoli, agricoltori pionieri e medici veterinari che intendevano promuovere la cultura della convivenza nel rispetto, lo sviluppo rurale e l’emancipazione femminile attraverso formazione e lavoro.

Già nei primi anni dalla sua fondazione vi era la convinzione che la permanenza dei contadini sui territori palestinesi costituisse un aspetto essenziale per la rivendicazione dello stato palestinese. Il settore agricolo era di importanza fondamentale: occupava parte della forza lavoro, permetteva agli espulsi da Israele di tornare a lavorare la loro terra e garantiva la sicurezza alimentare e l’accesso alle risorse di base.

Nel 1993 PARC istituì il Fair Trade Department, responsabile dei rapporti con le organizzazioni di Commercio Equo e Solidale internazionali, che curava in modo particolare la formazione tecnica e logistica delle cooperative di contadini che producevano cous cous, datteri, mandorle ed olio d’oliva per l’esportazione. Dal momento che le Ong in Palestina non potevano commercializzare prodotti, nel 1998 venne costituito il braccio commerciale di PARC, Al Reef.

Com’è oggi

Ancora oggi, vivere in Palestina significa dover affrontare periodi di coprifuoco, punti di controllo, limitazione totale della libertà, della mobilità di persone e cose, dalle medicine ai viveri. Per chi si trova in queste zone, la realtà è anche morte, danni a case, strumenti di lavoro, infrastrutture e piantagioni, incursioni, soprusi e violenza. Vivere e lavorare nei territori palestinesi occupati (OPT) – Cisgiordania e Striscia di Gaza – è estremamente difficile e incerto. I prodotti rurali, ad esempio, non possono essere coltivati e venduti come gli altri e il raccolto può essere impedito o ostacolato in qualunque momento. Tutte queste limitazioni, l’isolamento dal resto del mondo, la confisca del terreno fertile e il razionamento dell’acqua da parte dell’esercito israeliano pregiudicano lo sviluppo economico e la sopravvivenza della zona.

In un contesto così complesso, PARC sostiene le comunità rurali e si impegna in progetti di sviluppo agricolo verso soggetti deboli come piccoli produttori o donne, garantendo una fonte di reddito indispensabile alle famiglie grazie anche all’esportazione dei prodotti. L’organizzazione prevede incontri periodici con i produttori per informare, ascoltare le loro esigenze e confrontarsi sulle strategie. Il personale specializzato di PARC e Al Reef è spesso sul campo a supporto e coordinamento delle attività agricole e produttive per migliorare la produttività e la sicurezza alimentare. I soci delle cooperative possono beneficiare dei progetti sociali portati avanti da PARC, come accesso al credito e acquisto di prodotti freschi a prezzi agevolati.

Come lavora

Sostenibilità ambientale

Sin dalla fondazione, PARC, insieme ad Al Reef, ha creduto nell’importanza dell’agricoltura biologica per accedere ai mercati internazionali, adottando un approccio strategico sostenibile e proponendo prodotti sani per l’uomo e sicuri per l’ambiente.

Da più di 13 anni PARC e Al Reef hanno avviato una collaborazione con l’ente di certificazione biologica palestinese COAP (Company of Organic Agriculture in Palestine) e hanno investito risorse insieme a diverse cooperative di contadini palestinesi diffondendo conoscenze e competenze nel campo dell’agricoltura biologica. Questo percorso è culminato con l’ottenimento di certificazioni biologiche per 12 cooperative agricole di produttori d’olio d’oliva e per un frantoio, che hanno contribuito a espandere i mercati di questo prodotto.

Visto il successo ottenuto, negli ultimi anni questo progetto è stato esteso ad alcuni piccoli agricoltori di grano (materia prima per produrre il cous cous) e di datteri palestinesi della pregiata varietà Medjoul.

Grazie al Progetto Palestina Pass (2014-2017) dell’associazione Chico Mendes di Milano in collaborazione con Altromercato, i partner palestinesi PARC e PYU, gli italiani Cospe, Università di Milano – Dipartimento di Agraria, AIAB Lombardia e il Comune di Milano, è stato possibile rendere biologica la produzione di datteri e grano. Negli anni di cooperazione sono stati implementati gli standard HACCP nell’unità di trasformazione di Gerico per quanto riguarda le filiere del cous cous, delle mandorle e dei datteri. Sono state, inoltre, acquistate e installate due macchine, un metal detector e un’impacchettatrice sotto vuoto, in modo da consentire a PARC e ad Al Reef in futuro il confezionamento in loco. Nel 2016 è stato avviato un processo per la certificazione biologica delle filiere del grano per il cous cous e, in collaborazione con Artisans du monde, dei datteri. Nel 2019 è arrivata la certificazione bio per i datteri e nel 2020 per il cous cous.

Il primo grano bio palestinese è di Yousef Fayad. La sua azienda agricola Aman si trova ad Al-Zababdeh, una città palestinese nel nord della Cisgiordania, a 15 chilometri a sud-est di Jenin. Alla coltivazione del grano bio si alterna quella del sesamo, prassi prevista dal sistema biologico per garantire la fertilità del suolo. Al Reef ha condotto delle analisi sia nel laboratorio interno, sia presso laboratori esterni certificati. I risultati sono stati positivi permettendo a Yousef Fayad di ottenere la certificazione biologica a giugno 2020.

Il progetto cous cous biologico segue di un anno quello dei datteri biologici. Nel 2019, infatti, un progetto di cooperazione ha permesso a PARC di essere la prima organizzazione in Palestina a ottenere la certificazione biologica per i datteri. L’ente COAP ha certificato l’azienda agricola di Amjad Barakat a Jiftlik nella valle del Giordano. Dopo l’esperienza di Amjad Barakat altri due contadini hanno recentemente ottenuto la certificazione: la fattoria di Mr Amjad Sonduga a Al- Auja, nella provincia di Gerico, e Mr Zedan Anooz nel villaggio di Jiftlik, più a nord nella valle del Giordano. Mr. Barakat resta per molti un esempio concreto di grande evoluzione: ha aumentato di mezzo ettaro il suo terreno coltivato bio, grazie ad un finanziamento di PARC, e apporterà 4 tonnellate aggiuntive di datteri nei prossimi anni una volta terminata la conversione.

Cosa crea/produce

Cous Cous

Il cous cous, chiamato in Palestina maftoul, è unico al mondo. Si ottiene tramite lavorazione artigianale, con tecniche semplici ma raffinate, che vengono tramandate da generazioni. Il pregiato grano duro integrale, chiamato hambar, viene mescolato al grano tenero spezzettato, bulgur, quindi si aggiungono acqua e sale e con movimenti rotatori delle mani si impasta la semola ottenendo i granelli di cous cous. Questi vengono successivamente setacciati, essiccati e cotti al vapore. Il grano viene acquistato dalle cooperative di donne a Jenin (Aaqqaba Cooperative, Tubass Cooperative e Al Yamooun Cooperative), e viene lavorato dalle donne della cooperativa Al Mahtas nel campo profughi di Gerico.

Queste donne vivevano in zone ora occupate da Israele. Per una donna avere un lavoro significa non solo possedere una fonte di reddito, spesso l’unica fonte per la famiglia, ma anche ottenere un riconoscimento sociale nella comunità. Inizialmente la produzione di cous cous avveniva a Gaza ed erano coinvolte circa 200 famiglie. Dopo la chiusura delle frontiere, nel 2007, e il conseguente isolamento di Gaza, PARC si è trovata costretta a spostare la produzione a Gerico in Cisgiordania.

Datteri

I datteri di PARC provengono dalla valle del Giordano, una delle zone più colpite dell’occupazione israeliana in Cisgiordania. La costruzione del muro e il prelievo sistematico delle acque del fiume Giordano a nord, in territorio israeliano, per irrigare i campi e per il fabbisogno idrico di Israele, hanno reso negli ultimi anni sempre più difficile la vita per gli abitanti di Gerico, che sono stati dislocati a forza. La coltivazione di datteri è una forma di resistenza e permette a una cinquantina di contadini di Gerico e di Jiflik di non abbandonare i villaggi e di presidiare il territorio. Quando una terra non è più coltivata, infatti, può essere espropriata per legge dallo stato Israeliano.

I datteri della varietà Medjoul sono particolarmente grandi e pregiati, e vengono chiamati “the kings of dates”, i re dei datteri. PARC ha investito molto per costruire l’impianto di lavorazione in modo da controllare tutto il processo produttivo. Dopo la fumigazione i datteri vengono lavati, asciugati e controllati. Vengono quindi essiccati, classificati tramite selezione ottica, confezionati in cartoni e stoccati in celle refrigerate. Questo grosso investimento permette di mantenere i datteri in condizioni ottimali per diversi mesi e di immetterli sul mercato locale anche in periodi di non raccolto o terminato il ramadan, quando vi è una forte richiesta. I contadini in questo modo non sono costretti a vendere tutti i datteri quando i prezzi sono bassi, creando un notevole valore aggiunto.

Olive

Le olive costituiscono il principale prodotto dell’economia agricola palestinese. PARC collabora con 50 cooperative di produttori d’olio di oliva e Altromercato utilizza l’olio di oliva palestinese in diversi prodotti. PARC da anni si è resa conto che era necessario differenziare la produzione agricola troppo legata alle olive. Più volte l’esercito israeliano ha sradicato le piante, impedito o ostacolato il raccolto delle olive in prossimità del muro. Dopo diversi studi è stata promossa dagli agronomi di PARC la produzione di mandorle.

Mandorle

In Palestina si è scelto di coltivare le mandorle perché il mandorlo è un albero forte e resistente, che sopravvive anche senza irrigazione (anche se ovviamente la resa ne risente). Inoltre il raccolto di questo tipo è più stabile rispetto a quello delle olive, perché le piante diventano produttive dopo 3-4 anni e i prezzi di mercato tendono a essere buoni. La varietà coltivata è Om Al-Fahem, dolce e pregiata, dal guscio morbido che ne facilita la lavorazione. Queste mandorle provengono da 3 cooperative di contadini (Aaqqaba, Tubass e Al Yamooun) nell’area di Jenin, al confine nord della Cisgiordania, una zona fertile ma divisa dal muro di separazione.