Produttori

IL VALORE NELLE PERSONE

Il valore di tutto ciò che facciamo è nelle persone.
Il valore dei nostri prodotti è nei produttori.
Sono loro i veri protagonisti del nostro mondo.
Per questo diamo sempre voce alle loro storie.
Storie dal mondo che parlano del mondo.

oltre 140

organizzazioni
di produttori

oltre 40

paesi, nel Sud e nel
Nord del Mondo

60.000

artigiani

430.000

contadini

oltre 500.000

famiglie coinvolte

oltre 2 milioni

di beneficiari
indiretti

Conosciamo personalmente i volti e le voci di chi produce i prodotti che scegli. Con loro abbiamo una relazione diretta, ci conosciamo, li sentiamo, li vediamo, andiamo a trovarli.

SCAMBI/ chat WA 50.000 in un anno
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INCONTRI 50
•VIAGGI 25

Siamo impegnati nella crescita tecnica e formativa dei nostri partner produttori, anche attraverso progetti di cooperazione.

Esempi concreti della nostra attività di supporto verso i produttori si possono vedere nelle filiere etiche del nostro zucchero, nelle quali troviamo progetti di cooperazione internazionale che hanno permesso la costruzione di zuccherifici indipendenti in Ecuador e Paraguay, e di mulini nelle Filippine, ma anche un progetto a sostegno delle donne nei territori Palestinesi per la produzione di saponi che “profumano di libertà”.

AOWA E IL PROGETTO DEDICATO AI SAPONI DELLA PALESTINA

Palestina, territori soggetti all’occupazione israeliana

Nei territori della Palestina, vicini all’occupazione israeliana, dal 1994 l’associazione AOWA sostiene iniziative che promuovono un ruolo attivo della donna nella società, con particolare riferimento alla vita pubblica e nelle zone rurali, al fine di ridurre la povertà e l’emarginazione grazie al lavoro.
A sostenere le donne palestinesi ci siamo anche noi.

All’interno del progetto“Bee the Change”, del quale siamo partner insieme a Felcos Umbria, Ponte Solidale, e con capofila la Regione Umbria, diamo continuità alla relazione nata precedentemente con un progetto finanziato di cooperazione internazionale che aveva come obiettivo quello di dare alle donne di AOWA le capacità per la produzione di saponi artigianali all’olio d’oliva, attività che forniva uno sbocco lavorativo alle donne palestinesi. Con questo progetto si intendeva proprio aumentare la capacità di sussistenza e di generare reddito delle donne, attraverso il potenziamento delle attività di produzione, trasformazione e vendita di erbe, oli essenziali e saponi, e tramite l’attivazione di sinergie permanenti con apicoltori palestinesi, anch’essi coinvolti in una parte del progetto.

In questo contesto noi di Altromercato abbiamo contribuito a migliorare la strumentazione e il flusso produttivo del processo di saponificazione, nonché a inglobare la produzione degli oli essenziali che prima venivano acquistati dalla Siria. Tra le altre cose abbiamo anche spinto all’utilizzo di materie prime più complesse come argille, burri e altri oli (come il cocco) nei saponi.

Grazie al progetto le donne di AOWA sono riuscite ad costruire un impianto di distillazione e di irrigazione per completare la parte del processo di agricoltura e distillazione che mancava. Oltre agli strumenti tecnici, le donne hanno ricevuto anche la formazione necessaria sia per la parte di saponificazione, che agricola e di distillazione.

In questi due anni le donne di AOWA hanno gestito dei campi per coltivare e raccogliere menta e lavanda da distillare. La scelta della distillazione di oli è strategica: gli oli hanno rese molto basse e richiedono molto prodotto, pertanto hanno bisogno di campi e la loro coltivazione permette di frenare l’avanzata degli israeliani.

Leggi di più sulla storia di AOWA

Garantiamo la tutela dei diritti e lottiamo per le pari opportunità.
Perché le donne contano.

GIE TARGANINE E L’ARGAN CHE EMANCIPA LE DONNE

Marocco, Arganeraie Biosphere Reserve

In Marocco c’è una foresta di venti milioni di alberi di argan, un’estensione di circa 800 mila ettari tra Safi e Goulimin, nel sud ovest del paese, dichiarata Riserva della biosfera dall’Unesco. Quest’area è importantissima dal punto di vista biologico, poiché le radici dell’argan proteggono il suolo dall’erosione e rallentano la desertificazione, ma è fondamentale anche per la sopravvivenza delle donne berbere, che ne conoscono tutti i segreti erboristici e utilizzano ogni parte della pianta. Le attività economiche connesse all’argan danno lavoro a oltre 3 milioni di persone, arginando l’esodo rurale e valorizzando antiche tradizioni.

È in questo contesto che nasce l’organizzazione Targanine. Oggi Targanine è un Gie (Groupement d’interet economique), un gruppo formato da più di 500 donne, divise in 6 cooperative di villaggio. L’argan per loro significa emancipazione, dignità, indipendenza.

All’inizio le donne erano solo in 15 e la loro vita è cambiata quando hanno capito l’importanza di avere un reddito proprio. Con questo potevano mandare a scuola i figli, non dipendevano più dai mariti e potevano andare al suk, al mercato, e comprare un pezzo di stoffa, cibo, e perché no, un montone, una capra, un pollo. L’ambiente sociale è tradizionalista e fino a pochi anni fa era impensabile che una donna potesse andare da sola a fare la spesa. La loro autostima è aumentata grazie a questa iniziativa e l’attività commerciale delle donne ha generato e genera nuovo lavoro nel villaggio, garantendo a tutti una vita migliore.

Grazie anche alla collaborazione con un’Ong, per Targanine è stato subito prioritario un intenso lavoro di educazione e formazione rivolto alle socie delle cooperative. Fin dal principio era fondamentale che le donne conoscessero l’arabo e fossero in grado di scrivere per poter controllare tutta la filiera produttiva, per garantire un alto standard qualitativo dell’argan ed per essere indipendenti economicamente.

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I giovani sono il futuro del mondo in tutto il mondo.
Diamo quindi spazio alle iniziative dei produttori e ai loro progetti di formazione dedicati a bambini e ragazzi.

SOPPEXCCA E I GIOVANI COME AGENTI DEL CAMBIAMENTO

Nicaragua, distretto di Jinotega, nord del paese

Jinotega si trova nella zona settentrionale del Nicaragua, al centro della Cordillera Isabelia, a 168 chilometri da Managua, la capitale. È una delle regioni che si trova a maggiore altitudine, con un clima subtropicale umido, ideale per la coltivazione del caffè. Il distretto rappresenta “la Capital del Café en Nicaragua” ed è qui che coltivano il caffè i 700 agricoltori di Soppexcca, Sociedad de pequenos productores y compradores de cafè, organizzazione entrata nel commercio internazionale nel 1999.

Uno degli obiettivi sociali più importanti di Soppexcca è la promozione delle pari opportunità, attraverso la valorizzazione del ruolo e la partecipazione delle donne nelle attività dell’organizzazione. Ma non solo.

Il Nicaragua, nonostante alcuni passi avanti fatti in campo economico e riduzione della povertà, continua comunque ad essere uno dei paesi più poveri dell’America Latina, e circa metà della popolazione è analfabeta. Per questi motivi, Soppexcca ha deciso di investire molto nella formazione dei giovani, tramite il finanziamento di scuole nelle aree rurali e la creazione di borse di studio in campo tecnico ed universitario. Ad oggi, oltre cinquanta ragazzi hanno ottenuto il diploma di tecnico in agro-ecologia e altri loro compagni sono responsabili del controllo di qualità del caffè nelle sue diverse fasi, dal campo fino al laboratorio di degustazione. Questo permette di valutare e migliorare permanentemente la qualità del caffè .

I figli e le figlie dei produttori sono gli “Agenti del cambiamento”, vogliono rafforzare le loro comunità e le cooperative, unendo teoria e pratica. Grazie agli studi compiuti, sono in grado di analizzare il suolo, intervenire nel caso di parassiti, conoscono tutti i criteri del Commercio Equo e Solidale e i segreti della degustazione di un buon caffè. Dare fiducia ai giovani per Soppexcca è dare fiducia al futuro.

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Lottiamo fortemente contro qualsiasi forma di discriminazione e disuguaglianza sociale. Nessuno viene lasciato indietro perché crediamo nella diversità come valore.

L’ARCOLAIO: “TUTTI MERITANO UN’ALTRA POSSIBILITÀ”

Sicilia, Casa Circondariale di Siracusa

Sulla costa ionica della Sicilia, a Siracusa, la cooperativa sociale L’Arcolaio offre alternative concrete a persone svantaggiate, come detenuti o immigrati, creando un modello economico basato sul rispetto dell’ambiente e la solidarietà.

In particolare, L’Arcolaio offre un’alternativa concreta ai detenuti della Casa Circondariale di Siracusa. All’interno della Casa Circondariale, la cooperativa gestisce il laboratorio di produzione dolciaria che punta a valorizzare alcune eccellenze del territorio della Sicilia sud-orientale. Qui si tostano e confezionano le mandorle e si realizzano prodotti tipici della pasticceria siciliana, come le deliziose paste di mandorla dal cuore morbido.

Nel corso di un anno, nel laboratorio lavorano circa 20 detenuti, regolarmente assunti e retribuiti. I detenuti aderiscono a una proposta lavorativa impegnativa, che esige la massima attenzione alle rigorose procedure richieste nella produzione di alimenti, e acquisiscono una professionalità. Imparare l’arte della pasticceria e ritrovare la piena dignità di lavoratori sono una strada verso il riscatto sociale.

Il lavoro diventa quindi un progetto sociale nel quale si costruiscono reali percorsi di cambiamento e di reinserimento sociale, fondamentali in un ottica rieducativa e di inclusione.

Leggi la storia della cooperativa L’Arcolaio

Prestiamo attenzione alla dignità del lavoro, in ogni sua forma. Tutti i nostri produttori sono tutelati nel loro lavoro. Questo per è la nostra priorità, da sempre.
La vera forza dei lavoratori nelle nostre organizzazioni è quello dell’essersi spesso organizzati in cooperative, con progetti comuni, per essere così più forti nell’accesso al mercato e per non dover più sottostare agli intermediari.

UCIRI E LA FORZA DELL’UNIONE CONTRO GLI INTERMEDIARI DEL CAFFÈ

Messico

«Unidos venceremos/uniti vinceremo», è questo il motto che ha guidato negli anni le comunità indigene che costituiscono UCIRI, la Unión de Comunidades Indígenas de la Región del Istmo R.I., organizzazione che riunisce tanti piccoli produttori di un eccellente caffè biologico di alta montagna.

Accorciare la filiera ed evitare che i campesinos vendano ai coyotes – gli intermediari – sono da sempre tra gli obiettivi di UCIRI. Il caffè di alta montagna è di qualità pregiata e negli ultimi anni i coyotes sono diventati sempre più aggressivi, con la vana promessa di pagare un prezzo più alto. UCIRI, invece, mostra ai propri soci tutti i calcoli che hanno portato l’organizzazione a stabilire il prezzo del caffè che rimane stabile per una stagione. Alla fine del raccolto i contadini vedono che UCIRI ha pagato il miglior prezzo, anche perché i coyotes speculano molto e cambiano il prezzo spesso durante il periodo della raccolta.

Naturalmente, rimane fondamentale il lavoro di coscientizzazione dei produttori, per fare capire ai campesinos che non si tratta solo della vendita del prodotto, ma che il fatto di essere organizzati significa poter promuovere programmi di sviluppo locale, mantenere il proprio stile di vita ed essere riconosciuti in politica e in economia.

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Alcune nostre organizzazioni partner sono nate in zone difficili, dove non c’era niente e hanno dato forza e vita alla zona, a tutti i lavoratori, alle loro famiglie e all’intera comunità.

UPPM: COLTIVARE UNA NUOVA SPERANZA

Bosnia Erzegovina, zona di Prijedor, fortemente colpita dalla guerra negli anni ’90

La guerra in Bosnia Erzegovina è stata durissima per la zona di Prijedor e molte sono le persone che hanno perso tutto, indipendentemente dal gruppo etnico di appartenenza.
Oggi 85 famiglie di agricoltori bosniaci proprio della zona di Prijedor sono uniti in un’associazione, UPPM, per raccogliere profumate erbe spontanee e coltivare lamponi e more, ingredienti principali di infusi e tisane naturali e benefiche. Oltre a tutelare e valorizzare le zone rurali, i soci di UPPM hanno avviato un’attività economica che favorisca la convivenza tra i diversi gruppi etnici e restituisca dignità alle persone, vittime della guerra.

La Bosnia è un paese con una situazione economica e politica stagnante, e le zone rurali attorno a Prijedor sono caratterizzate da scarsità di infrastrutture e spesso anche da un difficile accesso. Il lavoro di UPPM in questo contesto è particolarmente importante.

Se all’inizio l’obiettivo primario era di restituire dignità alle persone – fortemente colpite dalla guerra – e di creare un percorso di convivenza e collaborazione tra i diversi gruppi etnici, per nulla scontato, i risultati hanno superato le aspettative. UPPM può infatti offrire ai propri soci un lavoro giustamente remunerato e, come dice il giovane coordinatore Drasko,
“grazie ad Altromercato abbiamo acquisito competenze e abbiamo imparato a sviluppare un prodotto per il mercato europeo”.

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