ACPCU fa rinascere la speranza
Non ci sono più bambini a coltivare il caffè. Agnes Tumuramye, 37 anni, ha 5 figli e racconta: "se mi avessero detto che sarei riuscita a mandare i miei 5 figli a scuola, avrei detto che non credo nei miracoli. Invece, grazie alla cooperativa ACPCU e al Commercio Equo e Solidale tutto questo oggi è realtà”.
ACPCU, Ankole Coffee Producers Cooperative Union, riunisce i piccoli produttori di caffè dei villaggi che si trovano nella zona sud occidentale dell’Uganda, nei distretti di Bushenyi, Mitooma, Sheema e Ntungamo.
ACPCU ha degli obiettivi molto concreti: dare un lavoro sicuro e giustamente remunerato ai soci delle singole cooperative, garantire un accesso al credito alle cooperative, offrire formazione tecnica ai contadini soci, svolgere le pratiche per l’esportazione e rivolgersi con priorità al Commercio Equo e Solidale.
La cura di ogni ciliegia di caffè
I contadini coltivano dei piccoli appezzamenti, poco più di un ettaro in media, sulle colline del distretto Bushenyi, fino alle montagne di Bunyaruguru, una zona famosa per i vulcani. Il terreno e il microclima sono molto particolari e il caffè biologico di qualità robusta, chiamata anche “canephora”, viene raccolto esclusivamente a mano e fatto essiccare al sole per 3 settimane, muovendolo più volte per evitare fermentazioni. Per migliorare il terreno e per garantire cibo alla propria famiglia, i contadini affiancano al caffè la coltivazione di banane, avocado, ananas e cassava. Di particolare importanza l’allevamento di bovini e capre. Il letame è un ottimo fertilizzante, come hanno imparato i contadini grazie alla formazione al biologico di ACPCU. Eliab Mgambe ne è convinto: “non dobbiamo più comprare pesticidi e concimi chimici. Con la nostra mucca abbiamo il compost garantito. E le nostre piante stanno molto meglio!”
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