Paese:

Fondazione:

Prodotto:

Persone coinvolte:

Valore protetto/impegno:

Tanzania

1950

caffè solubile

circa 60.000 coltivatori

salvaguardia della biodiversità, sviluppo delle comunità rurali

Motto / mission:

KCU promuove l’agricoltura biologica, che nella coltivazione mista contribuisce sia ad aumentare il prezzo del caffè sia a contrastare le già evidenti conseguenze del cambiamento climatico, come l’aumento dell’erosione del suolo.

Come nasce

Nata nel 1950, Kagera Cooperative Union è un’associazione di piccole cooperative produttrici di caffè localizzate a nord ovest della Tanzania, nei pressi del Lago Victoria. Oggi comprende più di 60.000 piccoli produttori della regione di Kagera, dove il caffè rappresenta un’importante fonte di sostentamento per la maggior parte della popolazione.

Fino al 1990 il caffè di questi produttori finiva sempre all’asta, prima al porto di Mombasa, in Kenya, e poi a Moshi, in Tanzania, dove gli esportatori si riunivano e vendevano diversi lotti di caffè a prezzi fluttuabili. Negli anni il movimento cooperativo ha attraversato diverse fasi, mantenendo sempre lo stesso obiettivo: garantire servizi ai soci e raggiungere l’autosufficienza nella commercializzazione del raccolto. Nel 1990 c’è stato l’incontro con il Commercio Equo e Solidale, che i contadini tanzaniani definiscono una pietra miliare.

Com’è oggi

I contadini di KCU producono un eccellente caffè di qualità robusta, usato tradizionalmente per il rito del caffè. Il caffè di KCU cresce in una coltura mista, dove sono presenti anche banani, piante di cassava, patate americane e mais. Così le famiglie contadine hanno ulteriori fonti di reddito.

Nella zona di KCU la maggior parte delle piante di caffè ha circa trent’anni ed è ormai poco produttiva. Le piante normalmente diminuiscono la propria produttività di anno in anno, provocando inevitabilmente produzioni sempre più scarse. Per KCU è fondamentale rinnovare la coltivazione, anche se il lavoro di risemina è lungo e piuttosto dispendioso. KCU si sta impegnando per convertire tutta la produzione al biologico, utilizzando tecniche innovative e sostenibili. Buona parte del caffè prodotto è già certificato bio, come quello presente nel caffè solubile Altromercato, una rarità nel panorama del caffè solubile, che normalmente proviene da grandi piantagioni.

Foto © Griet Hendrickx

Come lavora

Sostenibilità economica e sociale

Il caffè viene venduto in buona parte al circuito del Commercio Equo e Solidale. Questo garantisce ai produttori un sovrapprezzo che viene utilizzato in campo sociale. All’interno delle cooperative vi sono le “Primary societies” che decidono, in base ai bisogni della comunità, come investire il sovrapprezzo. In questo modo si sono costruite nuove classi per le scuole elementari, alcuni centri per la salute che offrono le prime cure sanitarie a 1.000 bambini al mese. I centri di salute sono un grande aiuto per le socie di KCU e i loro bimbi. L’ospedale più vicino dista oltre 10 chilometri e ci vuole un giorno intero per raggiungerlo. Altri villaggi hanno deciso di costruire un ponte o migliorare le strade per arrivare al magazzino dove i soci depositano il caffè verde dopo la raccolta e prima della lavorazione. Grazie a queste infrastrutture le comunità si sentono meno isolate.