Per il nono anno consecutivo aderiamo alla Fashion Revolution Week, la campagna internazionale che coinvolge un intero movimento di attivisti da ogni angolo del pianeta per chiedere un’industria della moda più equa e sostenibile.

Per il nono anno consecutivo aderiamo alla Fashion Revolution Week, la campagna internazionale che coinvolge un intero movimento di attivisti da ogni angolo del pianeta per chiedere un’industria della moda più equa e sostenibile.

Fashion Revolution è nata il 24 aprile 2013, giorno in cui crollò l’edificio Rana Plaza, in Bangladesh, che ospitava circa 5.000 persone impiegate nella realizzazione di abiti per grandi marchi di moda. Nell’incidente persero la vita 1.134 persone, per lo più giovani donne, e ne rimasero ferite 2.500. Da quella tragedia Fashion Revolution è diventata l’occasione per far emergere e per contrastare le storture e le ingiustizie dell’industria della moda, in favore di pratiche più rispettose per i lavoratori e per l’ambiente.

Per noi appoggiare i temi di Fashion Revolution è sempre stato naturale, perché sono coerenti con la nostra idea di filiera etica della moda, che tutela i diritti delle persone contro ogni violazione o abuso. Pur essendo ancora vivo il nostro impegno per le questioni sociali, quest’anno la nostra partecipazione alla campagna si focalizza sulla questione dell’impatto ambientale dell’industria della moda.

Dal 18 al 24 aprile, infatti, promuoveremo iniziative nei nostri negozi sul territorio che permetteranno ai consumatori di scegliere una moda sostenibile, che rinnega lo spreco e abbraccia il concetto del riciclo, del riutilizzo, del vintage.

Perché è importante Fashion Revolution?

Perché è ormai innegabile che le persone e il pianeta stanno seriamente pagando il prezzo dello sfruttamento e dell’inquinamento che il settore fast fashion provoca.

L’industria tessile è fra i settori produttivi più inquinanti, responsabile di emissioni di gas serra e del consumo di grandi quantità di risorse, soprattutto acqua: per realizzare una t-shirt ci vogliono oltre duemila litri d’acqua, per un paio di jeans tra i settemila e i diecimila litri.

Un altro grande problema è lo spreco elevato, che riguarda diverse fasi della produzione. Nella fase pre-acquisto rimangono scarti e avanzi di materiali dalla produzione di abbigliamento, campioni in disuso, prodotti che sono danneggiati o non venduti. Nella fase post-acquisto, invece, troviamo gli scarti dei consumatori.

Secondo le statistiche solo l’1% dei capi viene riciclato. Si calcola che mediamente ogni cittadino europeo mandi in discarica 11 kg di vestiti e scarpe all’anno.

Queste discariche non sono soltanto quelle cittadine che possiamo immaginare. In Cile, ad esempio, nel deserto di Atacama, patrimonio dell’Unesco, da qualche anno si stanno accumulando montagne di vestiti invenduti provenienti da tutto il mondo, trasformando una meraviglia della natura in una discarica a cielo aperto.

La responsabilità di tutto questo non è solo dei brand, ma anche dei consumatori.
Dipende anche da te, da noi, dalle scelte di tutti.

La nostra Fashion Revolution Week: scegliere non passa mai di moda

Abbiamo aderito a questa edizione di Fashion Revolution Week facendo noi stessi qualcosa di concreto per contribuire a ridurre lo spreco nella moda e per lanciare un messaggio importante. Abbiamo deciso di selezionare dei capi da collezioni passate per continuare a farli vivere, perché crediamo, insieme ai partner delle nostre collezioni On Earth – ethical fashion, che la moda etica non ha stagione e il suo valore non passa mai di moda.

La moda etica ed equosolidale non può essere distrutta, perché è nata per garantire sostenibilità dall’origine fino alla fine della filiera, portando benefici ai produttori senza danneggiare l’ambiente. Ecco perché abbiamo rimesso in circolo le nostre collezioni passate, come un vintage che non invecchia, ma acquista nuovo valore ogni volta che lo si indossa.

Accanto ai capi On Earth – ethical fashion abbiamo scelto delle magliette di cotone biologico con serigrafie realizzate nel carcere di Genova. Questo ci permette, come da oltre 30 anni facciamo, di estendere il nostro impatto positivo dall’ambiente alle persone, e di dare opportunità di riscatto sociale a coloro che si trovano in situazioni svantaggiate.

Noi abbiamo fatto le nostre scelte.

Ora tocca a te.

Trovi una selezione di moda etica nel nostro shop online oppure nel negozio della tua città.

Scopri la selezione online
Vai allo store locator

Fashion Revolution è nata il 24 aprile 2013, giorno in cui crollò l’edificio Rana Plaza, in Bangladesh, che ospitava circa 5.000 persone impiegate nella realizzazione di abiti per grandi marchi di moda. Nell’incidente persero la vita 1.134 persone, per lo più giovani donne, e ne rimasero ferite 2.500. Da quella tragedia Fashion Revolution è diventata l’occasione per far emergere e per contrastare le storture e le ingiustizie dell’industria della moda, in favore di pratiche più rispettose per i lavoratori e per l’ambiente.

Per noi appoggiare i temi di Fashion Revolution è sempre stato naturale, perché sono coerenti con la nostra idea di filiera etica della moda, che tutela i diritti delle persone contro ogni violazione o abuso. Pur essendo ancora vivo il nostro impegno per le questioni sociali, quest’anno la nostra partecipazione alla campagna si focalizza sulla questione dell’impatto ambientale dell’industria della moda.

Dal 18 al 24 aprile, infatti, promuoveremo iniziative nei nostri negozi sul territorio che permetteranno ai consumatori di scegliere una moda etica e sostenibile, che rinnega lo spreco e abbraccia il concetto del riciclo, del riutilizzo, del vintage.

Perché è importante Fashion Revolution?

Perché è ormai innegabile che le persone e il pianeta stanno seriamente pagando il prezzo dello sfruttamento e dell’inquinamento che il settore fast fashion provoca.

L’industria tessile è fra i settori produttivi più inquinanti, responsabile di emissioni di gas serra e del consumo di grandi quantità di risorse, soprattutto acqua: per realizzare una t-shirt ci vogliono oltre duemila litri d’acqua, per un paio di jeans tra i settemila e i diecimila litri.

Un altro grande problema è lo spreco elevato, che riguarda diverse fasi della produzione. Nella fase pre-acquisto rimangono scarti e avanzi di materiali dalla produzione di abbigliamento, campioni in disuso, prodotti che sono danneggiati o non venduti. Nella fase post-acquisto, invece, troviamo gli scarti dei consumatori.

Secondo le statistiche solo l’1% dei capi viene riciclato. Si calcola che mediamente ogni cittadino europeo mandi in discarica 11 kg di vestiti e scarpe all’anno.

Queste discariche non sono soltanto quelle cittadine che possiamo immaginare: in Cile, ad esempio, nel deserto di Atacama, patrimonio dell’Unesco, da qualche anno si stanno accumulando montagne di vestiti invenduti provenienti da tutto il mondo, trasformando una meraviglia della natura in una discarica a cielo aperto.

La responsabilità di tutto questo non è solo dei brand, ma anche dei consumatori.
Dipende anche da te, da noi, dalle scelte di tutti.

La nostra Fashion Revolution Week: scegliere non passa mai di moda

Abbiamo aderito a questa edizione di Fashion Revolution Week facendo noi stessi qualcosa di concreto per contribuire a ridurre lo spreco nella moda e per lanciare un messaggio importante. Abbiamo deciso di selezionare dei capi da collezioni passate per continuare a farli vivere, perché crediamo, insieme ai partner delle nostre collezioni On Earth – ethical fashion, che la moda etica non ha stagione e il suo valore non passa mai di moda.

La moda etica ed equosolidale non può essere distrutta, perché è nata per garantire sostenibilità dall’origine fino alla fine della filiera, portando benefici ai produttori senza danneggiare l’ambiente. Ecco perché abbiamo rimesso in circolo le nostre collezioni passate, come un vintage che non invecchia, ma acquista nuovo valore ogni volta che lo si indossa.

Accanto ai capi On Earth – ethical fashion abbiamo scelto delle magliette di cotone biologico con serigrafie realizzate nel carcere di Genova. Questo ci permette, come da oltre 30 anni facciamo, di estendere il nostro impatto positivo dall’ambiente alle persone e di dare opportunità di riscatto sociale a coloro che si trovano in situazioni svantaggiate.

Noi abbiamo fatto le nostre scelte.

Ora tocca a te.

Trovi una selezione di moda etica nel nostro shop online oppure nel negozio della tua città.

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Per saperne di più sulla nostra moda etica, scopri il nostro brand On Earth – ethical fashion.

Puoi iniziare subito a fare la differenza seguendo alcuni consigli su come rivoluzionare il tuo armadio e renderlo più sostenibile.