Una partnership commerciale che diventa opportunità di Corporate Social Responsibility: si può definire così Made in Dignity, progetto per la fornitura di materie prime equosolidali alle industrie che unisce l’aspetto commerciale a quello cooperativo, con l’obiettivo di agire concretamente per la sostenibilità in un contesto che richiede sempre più responsabilità ai brand e alle imprese. 

Vediamo nel dettaglio che cos’è Made in Dignity e come funziona insieme a Federica Leonarduzzi, Responsabile dei progetti Made in Dignity di Altromercato.

Come nasce l’idea di Made in Dignity?

Siamo partiti con l’idea di abbinare la fornitura di materie prime provenienti dalle nostre filiere di Commercio Equo e Solidale a specifici progetti di sostenibilità sociale.
In trentacinque anni di attività abbiamo costruito per le principali commodity filiere sostenibili che collegano direttamente i piccoli produttori nel mondo con il mercato internazionale e che riescono ad avere un alto impatto socio-economico grazie a buone pratiche ben consolidate.

Quello che abbiamo fatto con Made in Dignity è stato aggiungere ai benefici garantiti della nostre filiere alcuni progetti di cooperazione specifici, che danno ancora più supporto alla formazione, allo sviluppo tecnico e delle capacità dei produttori. A finanziare questi progetti di cooperazione non siamo noi, bensì le aziende che entrano in contatto con noi per la fornitura di una determinata materia prima, alle quali proponiamo di estendere l’impatto della filiera equosolidale scelta avviando e finanziando direttamente progetti di sviluppo più o meno lunghi presso i produttori in loco.

Come funziona Made in Dignity per le imprese?

Scegliere di realizzare un progetto made in Dignity con noi significa prendere concretamente parte a una nostra filiera in ogni sua fase, non solo finanziando attività di sviluppo presso il produttore, ma anche partecipando ad ogni fase del progetto, dalla genesi al monitoraggio, fino al compimento. 

Andando con ordine, una volta individuata la materia prima da filiera equo solidale, insieme al produttore selezionato si fa una need analysis attenta per capire quali potrebbero essere i bisogni produttivi o comunitari intorno ai quali creare un progetto di cooperazione allo sviluppo. Si tratta di uno studio della situazione del produttore anche in relazione al contesto del Paese e della società in cui si trova. 

Definiti i bisogni, si stabiliscono gli obiettivi da distribuire in 4-5 anni, i KPI per i quali avere aggiornamenti periodici, le scadenze, i ruoli e ogni dettaglio utile a rendere efficiente il progetto. Il partner industriale collabora con il produttore e anche con partner scientifici, enti di ricerca e centri studio. Noi di Altromercato seguiamo ogni passaggio come dei registi e dei promotori: in virtù della nostra esperienza possiamo guidare e monitorare che tutto si svolga secondo i criteri di commercio equo e sostenibilità.

Come funziona Made in Dignity per le imprese?

Scegliere di realizzare un progetto made in Dignity con noi significa prendere concretamente parte a una nostra filiera in ogni sua fase, non solo finanziando attività di sviluppo presso il produttore, ma anche partecipando ad ogni fase del progetto, dalla genesi al monitoraggio, fino al compimento. 

Andando con ordine, una volta individuata la materia prima da filiera equo solidale, insieme al produttore selezionato si fa una need analysis attenta per capire quali potrebbero essere i bisogni produttivi o comunitari intorno ai quali creare un progetto di cooperazione allo sviluppo. Si tratta di uno studio della situazione del produttore anche in relazione al contesto del Paese e della società in cui si trova. 

Definiti i bisogni, si stabiliscono gli obiettivi da distribuire in 4-5 anni, i KPI per i quali avere aggiornamenti periodici, le scadenze, i ruoli e ogni dettaglio utile a rendere efficiente il progetto. Il partner industriale collabora con il produttore e anche con partner scientifici, enti di ricerca e centri studio. Noi di Altromercato seguiamo ogni passaggio come dei registi e dei promotori: in virtù della nostra esperienza possiamo guidare e monitorare che tutto si svolga secondo i criteri di commercio equo e sostenibilità.

In questi anni sono stati avviati con successo diversi progetti Made in Dignity.

Abbiamo avviato e portato a termine un lungo progetto in Mauritius, il Sustainable Development Program, che aveva come obiettivo lo sviluppo sostenibile della produzione dello zucchero dell’organizzazione locale MSS. Il progetto ha effettivamente migliorato l’efficienza della produzione e le condizioni di vita dei contadini della zona interessata. I risultati raggiunti hanno ottenuto un importante riconoscimento dallo stesso produttore, che qualche settimana fa, durante un evento a Parigi, ci ha conferito un premio per il nostro agire sostenibile.

Foto di Beatrice De Blasi

Ad oggi sono attivi due progetti importanti sul cacao. Il primo è finanziato da Esselunga ed è dedicato allo sviluppo di alcune comunità locali di coltivatori supportate da Gebana Togo. L’obiettivo è quello di portare un miglioramento tangibile nelle vite dei piccoli produttori, incrementando la sostenibilità economica, ambientale e sociale di questo settore di produzione. Il secondo, invece, è realizzato insieme a Loacker e intende portare benefici ai produttori di Maquita, in Ecuador. All’interno del progetto si lavora anche sul miglioramento del dialogo e della condivisione tra i vari stakeholder, sulla formazione e l’organizzazione efficiente del lavoro, nonché sul supporto tecnico per implementare buone pratiche agricole.

Quali sono gli sviluppi futuri previsti per Made in Dignity?

Prevediamo l’avvio di una nuova opportunità per le aziende e per i produttori. Oltre alla possibilità di realizzare progetti di CSR di lungo termine, come quelli citati, ci impegniamo entro il 2025 ad abilitare le filiere Made in Dignity per tutti gli acquisti di materie prime, avviando contestualmente programmi di sviluppo di termine medio-breve. Le industrie, le piccole aziende, ma anche i consumatori e le singole persone potranno aderire e sostenere i programmi di sviluppo Made in Dignity, sia acquistando le materie prime di queste filiere sia donando un sostegno economico tramite Fondazione Altromercato.

In questo caso i vari contributi raccolti e integrati da una nostra partecipazione diretta permetteranno di abilitare filiere Made in Dignity e di veicolare attraverso il commercio di materie prime una cultura socio-economica e ambientale sostenibile, creando di fatto “piccoli” impatti, monitorati e rendicontati, nelle comunità dei nostri produttori. I partner sostenitori dei programmi, non parteciperanno direttamente alla definizione degli obiettivi, ma ne concorrono al raggiungimento e avranno la visibilità dovuta, grazie alla pubblicazione attraverso i canali di Altromercato dello stato di avanzamento dei programmi.

Per sapere di più su Made in Dignity ed entrare in contatto con il team di riferimento, vai alla pagina ufficiale del progetto.